Barca da pesca…come scegliere!
Post del Aprile 7, 2011 da Maurizio
Quando è la pura passione a farci fare cose apparentemente poco razionali per gli altri, vuol dire che stiamo appagando i nostri più profondi desideri e che, anche a costo di grossi sacrifici, tutto ciò ci renderà felici.
Ecco io per esempio:
ho iniziato con una piccola imbarcazione di 4.50 metri con relativo 25hp esente patente nautica naturalmente, proseguendo poi con svariati modelli di gommone di 6 e 7 metri. La passione aumentava e ad un certo punto scelsi di acquistare una barca usata dei Cantieri Vizianello di Treviso: uno splendido vz34 (open di 11 metri con 6 posti letto) che dette lustro, confort e sicurezza alle più belle vacanze in crociera per tutta la mia famiglia. Le mie due, allora piccole, figliole crebbero così tra avventure indimenticabili e momenti magici tra le braccia del “loro” dio Nettuno (ehm…io… of course!).
Il rovescio della medaglia fu il constatare che era veramente scomodo salire e scendere dalla plancetta di poppa in special modo con tutta l’attrezzatura da sub 🙁 …a si.. non lo avevo ancora detto: sono un vecchio e incallito sub, in apnea naturalmente, e mi diletto nella pesca subacquea. Ma l’entusiasmo non venne mai meno e, un po’ a fatica, rimanevo costantemente legato al mio gioiello galleggiante!
Poi arrivò la crisi petrolifera e allora si che furono dolori. Tanto avvenne che, ancora oggi, il caro “barile del greggio” continua a fluttuare su e giù nel “mare” delle speculazioni, lasciandoci tanti dubbi sull’efficienza ed “economicità” di un benzina puro. Sgomenti, ma non certo vinti : l’entusiasmo e la voglia di avventure rimase intatta!
Alla fine si trattava solo di modificare un po’ le nostre pretese di navigazione sempre al fine di godere l’elemento mare nel migliore e meno “costoso” dei modi.
L’occasione arrivò acquistando un vecchio Coronet 21 day-cruiser, barca danese molto famosa nei mari del nord per la sua splendida carena e per la sua robustezza. Cominciai a ristrutturare la barca da cima a fondo, cosa che è più facile a dirsi che a farsi, portando a nuova efficienza un modello di imbarcazione sicuramente più piccola ma con motore diesel e spazi di “lavoro” adeguati al nuovo uso pensato.
Con un mezzo simile l’azione di pesca, qualunque essa sia, è estremamente agevolata dalla altezza dell’opera morta e dal bordo libero sulla linea di galleggiamento, perciò il divertimento è assicurato.
Analizziamo allora insieme quali sono le caratteristiche fondamentali che bisogna cercare in una barca da pesca amatoriale, sia per la subacque che per le canne, bolentino o traina :
- Uno sportello di adeguate dimensioni che dia comodo accesso alla plancetta di poppa e possibilmente una scaletta di risalita a scomparsa. Lo spazio di accesso al mare verso poppa facilita le operazioni di salita e discesa sia del pescatore subacqueo che delle prede di più grosse dimensioni che si riescano a catturare. Naturalmente la protezione da eventuali onde deve essere assicurata, quindi è sconsigliabile una poppa completamente aperta, ne esistono anche di quasi equivalenti al piano di galleggiamento, che non garantirebbe l’opportuna protezione.
- E’ preferibile che le dimensioni del pozzetto siano almeno di 4/5 mq per permettere a tutti i pescatori – due o tre al massimo è consigliabile – di muoversi senza ostacolarsi a vicenda. Naturalmente il piano di calpestio deve essere antisdrucciolo, haimè ne esistono anche di scivolosi, e libero da ostruzioni che porterebbero facilmente il pescatore all’inciampo nei movimenti veloci a seguire la preda con la canna, ad esempio.
- Nel pozzetto è sicuramente meglio prevedere chiusure a scomparsa ben posizionate per i gavoni del pescato – sarebbe bello fossero asportabili ma non ne ho viste di tale fattura – e per contenere la vasca dell’esca viva, con le relative pompe di ricambio dell’acqua, comodità di solito presenti nei modelli esclusivamente indirizzati alla pesca.
- Sempre riguardo il dimensionamento a disposizione in coperta ci sentiamo di suggerire anche buoni spazi a prua e nei passavanti laterali alla cabina di comando in modo di rendere facili i movimenti lungo tutta la linea delle murate, facilitando naturalmente sia le operazioni di pesca che l'”overbooking” di amici pescatori invitati.
- E che dire delle murate, ormai regolamentate dalle normative CE , che devono avere altezze tra i 60 o 80 cm utili alla sicurezza ed all’accessibilità allo spazio fuori bordo. Ricordarsi che la sezione della murata deve permettere l’istallazione di portacanne e di eventuali affondatori.
- Attenzione particolare va rivolta anche alla cabina di comando, protetta in modo da consentire l’uscita anche in inverno. Consigliamo, per motivi di marinità dell’imbarcazione, di non esagerare con castelli e ponti superiori troppo alti che diminuiscono drammaticamente la manovrabilità e la stabilità in condizioni di vento sostenuto. Ma le barche adeguatamente dimensionate vi daranno sufficiente visibilità ed abitabilità senza creare inutili strutture stile “”Torre degli Asinelli”.
- La motorizzazione non è certamente argomento facile da trattare, un po’ per le preferenze e convinzioni di ognuno di noi, un po’ per i necessari costi che andremo a sostenere.
Si potrà scegliere tra una motorizzazione fuoribordo (che però riduce le dimensioni della spiaggetta) o entrobordo che avendo l’elica sotto lo scafo è la soluzione migliore in assoluto, escludendo a priori quella entrofuoribordo per i costi di gestione. Le differenze e i vantaggi tra una e l’altra motorizzazione sono stati ampiamente trattati da decenni di “letteratura” al riguardo e quindi non mi addentrerei oltre nello specifico. Ci sentiamo però di sfatare il mito della doppia motorizzazione necessaria ai fini della sicurezza in mare. Soprattutto nel caso di motori entrobordo diesel, acquisendo un minimo di capacità nelle manutenzioni più semplici, vedi girante, cinghia e cambi liquidi, è veramente difficile rimanere in panne senza precedenti avvisaglie di malfunzionamenti : se la fortuna non si sfida essa ci aiuta. Opterei, se possibile, per la doppia motorizzazione entro e fuoribordo per avere si due motori, uno però per alte velocità e l’altro per poter muovere la mia barca a basse e bassissime velocità per ragioni di pesca.
Ecco una check list che può darci il modo di trovare la barca da pesca dei nostri sogni.
Mi permetto di consigliarvi, facendo un po’ “marchette”, uno splendido esemplare di Rhea Marine : sto parlando del 730 Fishing.
Manco a dirlo 😉 possiede tutte le caratteristiche sopra elencate e poi, per chi non conoscesse questo cantiere Bretone, è proprio una bella barca molto marina con caratteristiche di velocità notevoli. Pensate che con il suo scafo semidislocante con indubbie qualità di stabilità al rollio, riesce con un fuoribordo da 200 cv a raggiungere la ragguardevole velocità di 30 (trenta!) nodi. Pensare che pesa 3000 kg (Tre tonnellate) Provare per credere.
A presto e lasciate commenti, se vi pare!!!
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Comments (5)
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babbo, ma tu sei ancora il nostro dio nettuno!!!
(anche con il coronet 😉 )
Nettuno….è perfetto!
Maurizio, sei meglio di un LIBRO DI SCUOLA…
Mi sono modernizzato, Caro Ettore, ora sono come un PDF.